Ogni giorno il corpo è lo strumento privilegiato dell’incontro con gli altri, il nostro tramite per essere immediatamente riconoscibili. In base al sesso, al genere, al colore della pelle, a eventuali disabilità, al modo di vestire, veniamo catalogati di volta in volta come donne, uomini, straniere/i, transgender, puttane…
A molte soggettività diverse da quella dell’uomo bianco, occidentale ed eterosessuale vengono associati dis-valori denigratori in un continuo tentativo di negarne il riconoscimento sociale.
Tali soggettività vengono “tollerate” se relegate ai margini, se subordinate, se percepite come minoritarie e se non danno bella mostra di sé in pubblico.
Assistiamo quindi al pubblico scandalo, a risoluzioni e leggi liberticide e ad appelli al decoro quando la sessualità e gli stili di vita non totalmente conformi si impongono nelle strade e nel discorso pubblico.
I periodici dibattiti su quale sia il limite di decenza a cui i partecipanti devono attenersi durante i Pride, i provvedimenti pesantemente discriminatori del comune di Verona nei confronti delle donne e delle persone gay, lesbiche, bisessuali e trans o i recenti attacchi alle prostitute sono solo l’espressione più evidente della repressione che si abbatte su chiunque tenti o si trovi a dover rifiutare l’"integrazione" e la "normalità" imposta.
Il progetto “Corpi Negati” si interroga su quali siano le strutture sociali e culturali, nonché legislative, che permettono una tale svalutazione, per svelarle e, analizzandole, tendere al loro superamento.